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Proceedings SNO “Cranioplastica terapeutica”
Figura 8. Il cosiddetto “fun-
go cerebrale” in un caso di
importante rigonfiamento
parenchimale. Alla RM en-
cefalica è rilevabile anche
l’ingorgo vascolare soprat-
tutto ai margini craniecto-
mici.
fine di evitare l’affossamento dell’opercolo osseo o
della protesi cranica nella successiva fase ricostruttiva.
È risaputo che il calore sviluppato durante il taglio
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può compromettere la successiva osteogenesi , onde
limitare il danno bisogna favorire la refrigerazione ir-
rigando abbondantemente.
Può succedere di imbattersi in un fastidioso sangui-
namento diploico ed il chirurgo, dai tempi di Victor
Horsley (1857-1916) (ideatore della cera che porta il
suo nome, formata da una miscela costituita da 7 par-
ti di cera vergine d’api e una parte di olio di mandor-
le con l’1% di acido salicilico), solitamente lo con-
trasta spalmando cera lungo il bordo osseo (19,33) . Tale
pratica è da non favorire in quanto limita l’osteoge-
nesi anche se, nella fase di posizionamento della cra-
nioplastica, si è soliti comunque cruentare i bordi os-
Figura 9. Il riassorbimento dell’opercolo osseo dopo riposizio-
sei della craniolacunia per esporre al meglio la di- namento può avvenire nel 25-50% dei casi, nel volgere di
ploe . qualche mese o anno.
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