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Gestione delle complicanze nelle cranioplastiche C. Iaccarino
za di rapporto tra complicanze ed intervallo tra cra-
Gooch, 2009 (8) niectomia e cranioplastica, i dati riportano una inci-
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Beauchamp, 2010 Infez. (3) denza decrescente di complicanze nei primi tre mesi
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40 Beauchamp, 2010 Idroc. (3) dal 38% al 20%. Poi si osserva un picco più alto tra il
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Stephens, 2010
terzo ed il quarto mese del 50%, per poi di nuovo ri-
% Complicanze 30 dursi notevolmente oltre il quarto mese al 27%.
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Anche i risultati della casistica riportata da Stephens
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delle 108 cranioplastiche eseguite in pazienti
20
et al.
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10 militari dopo operazioni di guerra se analizzati più at-
tentamente rivelano spunti di discussione. Viene de-
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scritta un’assenza di significatività statistica tra il tem-
0
1 2 3 4 5 6 9 12 > 12 po intercorso tra evento traumatico e cranioplastica,
tuttavia ancora si assiste ad un andamento interessan-
Tempo dopo la cranioplastica (mesi)
te con un’incidenza del 7,7% di complicanze entro 3
mesi, che raggiunge 30,8% tra il terzo ed il nono me-
Figura 1. Distribuzione temporale delle complicanze post-cra-
nioplastica in tre serie riportate in letteratura in relazione al- se, e poi ridiscendere al 7,7% tra il nono ed il dodice-
l’intervallo di tempo intercorso tra craniectomia e cranioplasti- simo, con un nuovo leggero rialzo oltre i dodici mesi.
ca. Si possono evidenziare delle analogie nella percentuale di Riportando su di uno stesso grafico (Figura 1) l’an-
complicanze che in modo simile aumenta tra il terzo ed il quin-
to mese. Con una certa variabilità viene comunemente ripor- damento delle complicanze di queste tre serie si può
tata un’incidenza inferiore al 20% prima del terzo mese e in- intravedere un possibile trend nel quale entro i primi
feriore al 15% dopo il sesto mese, eccetto una serie dove vie- tre mesi le complicanze sembrano addirittura avere
ne riportato una decremento rapido a partire dal nono mese.
un trend in diminuzione. Successivamente si potreb-
be individuare un periodo tra il terzo ed il quinto me-
se dove vi è un nuovo picco e successivo decremento
clusioni non univoche che necessitano di ulteriori del tasso di complicanze. Dopo 6 mesi vi è una ridu-
confronti (Tabella 2). zione notevole ed una stabilità nel tasso di compli-
Ad esempio, vi sono due osservazioni da fare ad una canze. Tale osservazione è sicuramente meritevole di
più attenta analisi dei risultati riportati da Beauchamp un’analisi più attenta della letteratura sotto questa
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et al. . Anche se ritengono ininfluente il tempo di po- chiave di lettura e può indurre a studi prospettici e re-
sizionamento della cranioplastica sull’outcome, rife- visione di casistiche in questa ottica.
riscono che la pratica del Centro neurochirurgico è
quella di posizionare la cranioplastica appena possi-
bile, quando cioè sono risolte le condizioni di ernia- CONCLUSIONI
zione cerebrale e di infezione. Viene poi riferita una
assenza di un preciso pattern di distribuzione tempo- Nella ricerca di un diretto nesso di causalità tra cra-
rale delle complicanze tra le due procedure. Sembra nioplastica e complicanze bisogna scorporare tutti
invece che la distribuzione delle complicanze, in par- quegli eventi potenzialmente correlabili anche all’in-
ticolare modo riferite ad idrocefalo ed infezioni abbia tervento pregresso di craniectomia ed agli eventi che
un andamento fasico, con un picco iniziale elevato hanno condotto il paziente alla prima procedura e che
nei primi 2 mesi. Nella primissima fase si assiste ad si sono verificati dopo.
un’incidenza delle infezioni che scende da poco più Le complicanze infettive devono essere vagliate at-
del 15% al 10% e che si riduce ulteriormente al terzo tentamente, escludendo rapporti con stati settici pree-
mese, come l’idrocefalo che scende dal 30% al 15%. sistenti alle procedure chirurgiche, che ne aumentano
Poi si assiste ad una risalita tra il quarto e quinto me- il rischio. Una certa univocità di dati riporta la cra-
se di infezioni che raggiungono quasi il 20%, mentre nioplastica bifrontale come ad alto rischio di infezio-
l’idrocefalo dopo un picco di quasi il 25% si riduce a ni post-operatorie in relazione alla contaminazione
meno del 20%. Dal sesto mese in poi le infezioni non con i seni. Questo rischio è univocamente presente
vengono più riportate ed il tasso di idrocefalo si ridu- sia per le cranioplastiche autologhe che eterologhe,
ce al 5%. senza differenza di materiale.
Stessa osservazione si può dire per quanto riferito da Tra le complicanze legate al materiale, sicuramente il
Gooch et al. , dove, sebbene viene registrata l’assen- lembo osseo autologo presenta la possibilità di rias-
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