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animi il sentimento patriottico. In ef- che la Prima Guerra Mondiale sia
fetti sebbene l’Italia presenti comu- stata una guida per il resto del XX se-
nanze culturali, retaggi storici, basi colo.
linguiste e di pensiero disomogenee, Sul tema della sanità il Centenario ha
per non dire contrastanti, essa però è prodotto un susseguirsi di dibatti,
comunque una terra che si ispira a va- pubblicazioni, mostre e convegni. In
lori percepiti come comuni, che la particolare sono emersi molti diari
rendono viva e piena di vibrazioni po- scritti in tempo reale da medici diret-
sitive, alimentate proprio da questo tamente coinvolti nel conflitto. Da
continuo scambio reciproco di fer- “La grande guerra di Spaldo - il dia-
menti e sfaccettature. rio di guerra di Aldo Spallicci medico,
Archiviate quindi le celebrazioni del repubblicano e poeta di Romagna”
centenario della Grande Guerra vere e (Gaspari Editore, Udine) a “La Gran-
proprie, eccoci ora a valutare l’eredi- de Guerra (1915-1918) - Diario del
tà che ci troviamo tra le mani. tenente medico Fulvio Miletti” (Arti-
La Prima Guerra Mondiale superò o- graf, Firenze), da “Ospedale da cam-
gni immaginazione: fu una guerra po 040 di Cortina: la guerra di mon-
Ritratto a colori del Dott. Angelo Piancastelli
così grande che a quel tempo non era tagna vista da un medico” (Gaspari di Castel Bolognese eseguito durante la
possibile pensarla nella reale portata, Editore, Udine) a “Dal fronte del san- guerra probabilmente da un prigioniero.
così come poi si svolse. Essa, infatti, gue e della pietà. Il diario del capita-
non sottostò ai parametri tradizional- no medico Gregorio Soldani nella
mente conosciuti del combattere, ma grande guerra” (Gaspari Editore, U- di sangue (il bilancio delle perdite fra
portò con sé l’avvento della moderni- dine), tanto per citarne alcuni. Chi ha i medici fu di 720 caduti, 397 dei
tà tecnologica, dell’organizzazione tempo e voglia potrà trovarne tanti quali in combattimento). Una pro-
del lavoro, del controllo delle masse, altri: da pubblicazioni nazionali a ri- spettiva se vogliamo anche più cruen-
della subordinazione al potere onni- strette edizioni locali. ta, ma non meno vera.
potente dello stato; fu la prima guerra Ecco allora che leggere la storia della Da quell’immediato dopo guerra ad
industriale della storia, dopo di ché Grande Guerra attraverso le parole oggi i medici possono essere conside-
niente nella vita delle popolazioni dei medici, soprattutto di quelli impe- rati osservatori privilegiati della de-
poté più essere come prima, in quanto gnati in prima linea diventa non solo formazione fisica, del dolore, del
la società civile ereditò e perfezionò i un esercizio di osservazione dell’u- trauma e della morte prodotta dallo
modelli sperimentati durante il con- manità in guerra, di ascolto di un ru- smisurato potere distruttivo delle
flitto. more di fondo scarsamente percepito armi. Di conseguenza possono testi-
Tra i tanti motivi di interesse della seppure sempre presente, ma anche moniare il lato indicibile e nascosto
Prima Guerra Mondiale, la sanità è un una occasione per leggere quel perio- della guerra. Se il linguaggio comune
argomento particolarmente significa- do da una prospettiva diversa dal soli- inorridisce di fronte a certe immagini
tivo perché dal suo studio si è giunti a to: per l’appunto quella dei medici che si vorrebbero nascondere, il di-
scoprire molte cose interessanti circa che molto spesso si sono trovati espo- sgustoso e l’osceno sono invece per-
la vita del soldato, le sue reazioni alla sti in prima linea al fianco di tutti gli fettamente legittimi ed usuali all’in-
guerra e alle difficili condizioni in cui altri soldati e pagarono il loro tributo terno di quello medico: “Creolina e
si trovava ad operare, la sua psicolo-
gia nonché le direttrici di migliora-
mento che nacquero dall’esasperazio-
ne di quella medicina d’urgenza.
Con tutti i suoi milioni di morti e feri-
ti la Grande Guerra accentuò e acce-
lerò il progredire della medicina e
della chirurgia d’urgenza, che crebbe-
ro in quegli anni più di quanto fecero
nei 30 successivi.
D’altronde come aveva sentenziato
Nikolai Pirogoff, uno dei più grandi
chirurghi russi del 1800, “la guerra è Ernst Friedrich e la prima
un’epidemia di traumi”. E la Grande edizione (1924) del suo
libro fotografico di denun-
Guerra certamente lo fu, tanto che si cia degli orrori della guer-
può quindi tranquillamente affermare ra, “Krieg dem Krieg”.

